Le crisi, che possono scatenarsi anche una sola volta nella vita, sono abbastanza comuni e non devono destare nessuna paura nel genitore, che al contrario spesso si preoccupa. La scena che spesso si ritrovano di fronte è quella del bambino che piange e urla terrorizzato, può avere gli occhi o serrati o sbarrati, in ogni caso in quel momento non riesce a vedere né a sentire.
Spesso si agita, suda e sembra essere in preda a un attacco di panico. La crisi dura qualche minuto, dopo di che, il bambino cade in un sonno profondo e al risveglio non ricorda nulla. Questo accade perché il fenomeno non avviene nella fase Rem (quella più vicina alla fase del risveglio), ma nella fase più profonda del sonno.
Non serve a nulla tentare di svegliare il bambino per tranquillizzarlo, anzi, il risveglio potrebbe essere molto traumatico perché il piccolo non capirebbe il motivo di tanta agitazione.
Ma cos’è il terrore notturno? Partiamo col dire che non è una patologia psichiatrica e gli episodi, anche se frequenti, non sono il campanello d’allarme di nessun problema psichico né nel presente né nel futuro. Non sono episodi collegati a traumi o eventi spaventosi, più semplicemente, si tratta di un microrisveglio in un sonno molto profondo, forse scatenato da un colpo di tosse o da un rumore di sottofondo, oppure potrebbe essere causato da una stanchezza eccessiva che impedisce al bambino di svegliarsi da un sonno troppo profondo.
Se doveste trovarvi di fronte a una situazione simile quindi, non dovete far altro che attendere che la crisi passi da sola accertandovi soltanto che il bambino non si faccia male.