Si tratta principalmente di paure irrazionali, che solo chi ne soffre può realmente capire cosa si provi. Tra le più comuni ci sono l’agorafobia, la paura di stare all’aperto, la claustrofobia, l’ansia di trovarsi in luoghi chiusi, l’acrofobia, il cosiddetto “soffrire di vertigini” e l’aracnofobia, la paura degli insetti.
Più in generale, le fobie si possono suddividere in più tipi:
In tutti questi casi le fobie rappresentano delle paure persistenti per qualcosa che il nostro cervello avverte come minaccioso, ma che in realtà non costituisce un reale pericolo per la nostra incolumità. Da questo tipo di minacce ci si difende proprio come se si trattasse di un pericolo reale e concreto. Nella maggior parte dei casi la persona che prova paura si rende conto che il suo terrore è irrazionale e irragionevole, ma questa consapevolezza non basta a scacciare via la fobia.
Da cosa nascono le fobie? Secondo uno studio recentemente pubblicato su Nature, le paure sarebbero codificate all’interno di circuiti nervosi al centro del nostro cervello. Elisabetta Menna, ricercatrice di Humanitas e dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr, spiega che lo studio ha identificato il funzionamento dei circuiti nervosi responsabili della paura nell’amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni e nel nucleo paraventricolare del talamo, una parte del cervello sensibile alle sollecitazioni esterne.
Anche se alcuni tipi di fobie sembrano bizzarre e ci strappano un sorriso, come la “cheatofobia”, la paura dei capelli, o la “alliumfobia”, il timore dell’aglio, i disordini dell’ansia hanno un impatto negativo forte sulla qualità della vita. Affrontare le paure non significa “negarle”, ma, anzi, imparare a conoscerle e trattarle in modo mirato. Molte persone hanno tratto beneficio da interventi psicoterapeutici; tali trattamenti sono sviluppati ad hoc per esplorare e comprendere la complessità del nostro mondo interiore.