Chirurgia protesica

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La chirurgia protesica dell’anca in Quisisana

La chirurgia protesica dell’anca è indicata nei casi di degenerazione artrosica avanzata dell’articolazione coxofemorale di tipo primario o secondario a patologie displasiche o traumi.

L’intervento di protesi totale d’anca consiste nella sostituzione completa dell’articolazione con protesi in metallo, in genere in titanio ma anche di altre leghe metalliche, che vanno a sostituire sia la componente femorale che rivestire la parte acetabolare.

Le protesi d’anca moderne sono quasi esclusivamente di tipo non cementato (“biologiche”), ossia senza l’interposizione tra protesi e osso di uno strato di polimetilmetacrilato, in quanto la biomeccanica dell’articolazione e la tipologia dei materiali non ne prevede l’utilizzo (a differenza delle protesi di ginocchio dove al contrario l’uso del cemento è più diffuso). Tuttavia in alcuni casi particolari la protesi può ancora necessitare dell’uso del cemento, sulla base di considerazioni tecniche anatomiche che il chirurgo farà in sede operatoria.

Oggi tutte le protesi sono modulari, cioè formate da parti distinte che vengono assemblate al momento per adattarsi meglio all’anatomia del singolo paziente ed evitano, in caso di necessità, di sostituire tutto l’impianto.

L’iter prevede che prima dell’intervento venga eseguita una radiografia che permetta al chirurgo di pianificare la tipologia e le dimensioni della  protesi più adatte per ciascun paziente. L’intervento in genere si svolge in anestesia peridurale, ma a seconda del caso l’anestesista sceglierà la soluzione ritenuta migliore.

L’approccio mini-invasivo con piccole incisioni e minor danno ai tessuti è, se possibile, sempre preferito. La via di accesso all’anca è la postero-laterale, con il vantaggio di risparmiare gli abduttori dell’anca (muscoli piccolo e medio gluteo), ma in alcuni casi particolari il chirurgo si avvale di altre vie di accesso come la laterale diretta o la antero-laterale.

L’intervento è seguito da una breve degenza 5-6 giorni. Da subito vengono eseguiti esercizi di mobilizzazione passiva e attiva.

La chirurgia protesica della caviglia in Quisisana

La caviglia è una parte del corpo sottoposta a continue sollecitazioni e può essere soggetta a patologie e traumi di vario tipo. L’artrosi, gli esiti di fratture, l’attività sportiva possono compromettere il tessuto osteo-cartilagineo alterando e compromettendo i movimenti di questa articolazione.

Quando questa condizione, così come avviene per l’anca e il ginocchio, raggiunge quadri severi impedisce al paziente una buona qualità di vita e necessita di intervento chirurgico. Questo può essere o un artrodesi di caviglia (blocco delle articolazioni) o una protesi che permette il movimento articolare.

È indicata principalmente nei seguenti contesti clinici:

  • Artrosi post-traumatica
    La protesi di caviglia è frequentemente considerata nel trattamento dell’artrosi che esita in seguito ad un trauma. La deformità post-traumatica in particolare induce una degenerazione di piano cartilagineo e scheletrico (osso subcondrale). Ciò comporta dolore refrattario e una riduzione marcata della funzionalità articolare.
  • Insoddisfazione dei Trattamenti Conservativi
    Nei casi in cui le terapie conservative, quali la fisioterapia, la farmacoterapia, e interventi di joint-preserving-surgery non abbiano prodotto un sollievo sufficiente dal dolore o un miglioramento funzionale dell’articolazione, si può valutare l’opzione protesica.

  • Artrite reumatoide e malattie infiammatorie più in generale
    Le malattie autoimmuni inducono un’aggressione del piano articolare. La degenerazione aggressiva può essere controllata da terapia a lungo termine di farmaci biologici, che, tuttavia, non sempre è tollerata dal paziente e che non sempre riesce ad indurre una regressione completa del danno. Si tratta di pazienti spesso con manifestazioni poli-articolari, e di pazienti sottoposti altrettanto spesso a terapia cortisonica con infiltrazioni di cortisone. Sono pazienti in cui dolore, deformità e scarsa qualità dell’osso provocano una pesante limitazione della qualità della vita ed impongono scelte protesiche poli-articolari, in cui è importante, per quanto riguarda la caviglia, scegliere impianti con la corretta tribologia.
  • Degenerazione Articolare da deformità
    Si tratta di pazienti affetti da deformità congenite (piede torto per esempio) o evolutive (instabilità di caviglia, progressive collapsing foot – piede piatto). Il trattamento in questi casi deve avere l’obiettivo di ripristinare un fisiologico allineamento oltre a protesizzare l’articolazione.

La decisione di procedere con l’impianto di una protesi di caviglia deve essere presa dopo un’attenta valutazione del paziente, considerando fattori quali:

  • Età

  • Livello di attività

  • Stato di salute generale

  • Obiettivi terapeutici specifici

Tale decisione è il frutto di una discussione approfondita tra il paziente e un ortopedico specializzato in chirurgia protesica articolare.

Oggi è possibile eseguire interventi con protesi costruite appositamente per il paziente.

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La chirurgia protesica del ginocchi
in Quisisana

La protesi totale del ginocchio trova le specifiche indicazioni nei casi di:

  • Artrosi del ginocchio con dolore o rigidità che limita le attività quotidiane tra cui camminare, salire le scale, alzarsi o sedersi sulla sedia.
  • Stato di Infiammazione cronica e gonfiore al ginocchio che non migliora con il riposo, il ghiaccio, le infiltrazioni o con i farmaci.
  • Deformità del ginocchio dovuta a grave artrosi per cui il ginocchio diventa flesso e non si estende più, oppure quando il ginocchio è deformato verso l’interno (varo) o verso l’esterno (valgo).

La protesi del ginocchio può essere totale o monocompartimentale.

  • La protesi totale del ginocchio
    Nella protesi totale del ginocchio le superfici articolari totali del femore e della tibia vengono preparate e rivestite con componenti metalliche, che rivestono le ossa del ginocchio con l’interposizione di un sottile velo di cemento medicale. L’articolarità e lo scivolamento delle componenti è garantito dalla presenza di un inserto in polietilene, una speciale plastica resistente all’usura.

  • La protesi monocompartimentale del ginocchio
    Nella protesi monocompartimentale del ginocchio la sostituzione è limitata a uno solo dei compartimenti articolari (mediale o laterale) del ginocchio. I legamenti del ginocchio non vengono sacrificati, quindi la protesi monocompartimentale risulta meno invasiva e meno traumatica di quella totale, e consente un recupero più veloce.Il suo impianto è regolato da precise indicazioni cliniche, quali l’assenza di ulteriori aree artrosiche a esclusione di quella interessata dall’impianto, l’integrità dei legamenti, l’assenza di grosse deviazioni assiali o l’obesità patologica L’intervento dura circa 1 ora. L’anestesia praticata è solitamente un’anestesia periferica (blocco nervoso tronculare e/o spinale) con una sedazione per ridurre al minimo il discomfort della sala operatoria. La degenza chirurgica è di circa 5/7 giorni.

La chirurgia protesica della spalla in Quisisana

L’intervento di protesi di spalla si rende indispensabile quando l’articolazione, a causa di lesioni traumatiche o patologie degenerative, è compromessa al punto da limitare significativamente la mobilità del braccio.

Questa condizione è spesso accompagnata da dolori persistenti che non rispondono ai trattamenti farmacologici, rendendo l’intervento di chirurgia protesica l’unica soluzione per recuperare la funzionalità articolare e alleviare il dolore.

L’operazione di protesi di spalla consiste nella sostituzione dell’articolazione danneggiata con una protesi artificiale, che ripristina il movimento e la funzionalità della stessa.

Quali patologie rendono necessario l’intervento di protesi di spalla?

Le principali patologie che richiedono questo intervento sono di natura traumatica o degenerativa. Quando il danno articolare raggiunge un livello tale da rendere inefficaci le terapie conservative, l’intervento di protesi diventa indispensabile.

Tra le principali patologie che rendono necessario l’intervento troviamo:

  • Artrosi gleno-omerale
    L’artrosi gleno-omerale è una patologia degenerativa frequentemente associata all’invecchiamento. Questo disturbo si manifesta con una progressiva usura della cartilagine che copre la porzione articolare e che aiuta il corretto movimento delle articolazioni.
  • Lesioni alla cuffia dei rotatori
    Le lesioni massive della cuffia dei rotatori determinano una riduzione della motilità della spalla e, se non trattate adeguatamente, possono evolvere in condizioni croniche dolorose.

  • Fratture
    Le fratture che interessano la testa omerale possono compromettere la componente articolare. In tali casi la sintesi ottimale non sempre è possibile, rendendo necessario l’impiego di una protesi articolare come unica soluzione per ristabilire la funzionalità della spalla.
  • Artrite reumatoide
    L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria autoimmune e cronica che può provocare danni significativi alla cartilagine articolare della spalla.

  • Osteonecrosi
    L’osteonecrosi è una condizione patologica in cui l’afflusso di sangue all’osso della testa omerale viene interrotto, provocando la necrosi dei tessuti. Le cause possono essere di natura traumatica o legate a patologie ematiche, come l’anemia falciforme, e dismetaboliche, come il diabete. Inoltre, l’uso cronico di steroidi può contribuire allo sviluppo di questo processo degenerativo.

Le tipologie d’intervento e di protesi

Il chirurgo sceglie il tipo di protesi da impiantare in base alla condizione dell’articolazione. Ecco le principali tipologie:

  • Protesi Totale (Artroprotesi) o Protesi Anatomica
    Questa protesi sostituisce entrambe le componenti dell’articolazione: la testa omerale e la glena scapolare. È definita anatomica perché ripristina la normale anatomia della spalla, con una semisfera per sostituire la testa omerale e un piattino concavo per sostituire la porzione della glena.

  • Protesi Parziale (Endoprotesi)
    Questa protesi prevede solo la sostituzione della testa omerale.

  • Protesi Inversa
    Denominata così perché inverte le superfici articolari della protesi anatomica: una semisfera viene posizionata sulla glena scapolare e un piattino concavo sulla testa omerale. Questa protesi è indicata per diverse condizioni, tra cui ampie lesioni della cuffia dei rotatori, deformità ossee da frattura omerale, artrosi gleno-omerale con grave deformazione delle componenti articolari e fratture scomposte dell’omero prossimale.

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