La chirurgia urologica in Quisisana
La chirurgia urologica affronta tutte le principali patologie urologiche, sia benigne che maligne.
Presso la Casa di Cura Quisisana, si pratica chirurgia tradizionale, laparoscopica e laserchirurgia, oltre a vantare professionalità ed esperienza nella chirurgia urologica robotica con il Robot “Da Vinci”.
Il percorso
Il percorso inizia con una visita specialistica, seguita, se necessario, da accertamenti diagnostici correlati (Ecografia, RM, TC, etc.) e/o esami ematochimici di laboratorio.
Per prenotare una visita chiamare +39 06 809581/342/391.
Per prenotare un esame diagnostico (biopsia prostatica, TAC, RM, ecografia Urodinamica) chiamare +39 06 80958275/346.
PATOLOGIE ONCOLOGICHE
Nefrectomia Parziale (Tumorectomia) e Radicale
L’approccio chirurgico per il tumore renale localizzato offre risultati ottimali in termini di radicalità oncologica. L’intervento è mirato a rimuovere solamente la porzione del rene affetta da tumore, preservando il tessuto sano quando possibile.
La chirurgia robotica, con un ingrandimento visivo fino a 10 volte e visione in tre dimensioni, permette di riconoscere dettagli anatomici minuti. Questo permette al chirurgo di apprezzare la profondità di campo, cosa non possibile ad esempio con la tecnica laparoscopica classica. La visione intraoperatoria robotica permette di eseguire l’intervento con un’accuratezza significativamente superiore a quanto sia possibile ottenere con la chirurgia classica, garantendo tempi di degenza e recupero significativamente inferiori.
Consente inoltre una netta riduzione nelle perdite ematiche ed un minor dolore post-operatorio.
La chirurgia robotica è anche utile nel trattamento del tumore renale avanzato, soprattutto quando associata a un approccio multispecialistico.: la rimozione del tumore principale (debulking), infatti, migliora la risposta ai nuovi trattamenti anti-angiogenetici e all’immunoterapia.
Intervento per via endoscopica – TURV (Tumore non muscolo-invasivo)
L’identificazione di una neoplasia vescicale comporta la necessità di una resezione endoscopica trans-uretrale(cioè attraverso l’uretra). Dopo la somministrazione dell’anestesia, il paziente viene posizionato in modo litotomico con il perineo perpendicolare al piano del tavolo. Si introduce quindi in vescica. sotto visione diretta, un resettore per asportare la lesione tumorale.
Dopo aver completato la resezione e assicurato l’emostasi, il tessuto asportato viene rimosso dalla vescica e inviato per analisi istologica. In seguito, si inserisce un catetere vescicale (che sarà rimosso seguendo le istruzioni dell’operatore).
A seconda della tipologia di tumore, dopo il TURV, potrebbe essere necessario procedere con cicli di instillazione endovescicale di chemio o immunoterapici per minimizzare il rischio di recidiva.
Cistectomia radicale (Tumore muscolo-invasivo)
La chirurgia rappresenta il trattamento standard per tumori della vescica muscolo invasivi o per tumori superficiali recidivi ad alto rischio di progressione. L’intervento di cistectomia radicale “tradizionale” (a cielo aperto) o robotica prevede l’asportazione dell’intera vescica.
I pazienti sottoposti a cistectomia radicale possono essere idonei per la ricostruzione della vescica e delle vie urinarie.
- Cistectomia radicale a cielo aperto (o laparotomica): Questo metodo tradizionale, oggi meno frequente per la sua natura invasiva, prevede un’incisione di notevoli dimensioni nell’addome, attraverso la quale i chirurghi operano direttamente sulla vescica e sulle strutture vicine.
- Cistectomia radicale laparoscopica: A differenza della laparotomia, questa tecnica non richiede un’unica grande incisione, ma si avvale di fori più piccoli nell’addome, attraverso i quali vengono inseriti gli strumenti chirurgici. L’intervento viene eseguito grazie all’ausilio di uno strumento ottico flessibile dotato di luce e telecamera. Grazie a questo dispositivo, che è collegato ad un monitor presente in sala operatoria, i chirurghi possono procedere alla rimozione degli organi.
- Cistectomia radicale robotica con l’impiego del Robot Da Vinci: Utilizzando il sistema robotico Da Vinci, l’intervento è eseguito con l’assistenza di bracci robotici controllati dai chirurghi tramite una console. Comprende l’asportazione della vescica, della prostata e delle vescicole seminali negli uomini, e potenzialmente dell’utero, delle ovaie e di parte della vagina nelle donne.
Una volta eseguita l’asportazione totale della vescica occorre procedere alla derivazione delle urine che non possono più essere espulse dalla vescica rimossa. La scelta del tipo di derivazione dipende da una combinazione di fattori clinici, dalla conformazione fisica del paziente e dai risultati intraoperatori. Questa procedura è eseguita sempre con l’assistenza del sistema robotico Da Vinci, in maniera intracorporea.
L’efficacia del trattamento del tumore della vescica è data dalla somma di diversi fattori, tra cui il tipo e lo stadio evolutivo del tumore, oltre che l’età e lo stato di salute del paziente.
Prostatectomia radicale
Questo intervento comporta la rimozione completa della prostata, delle vescicole seminali e, generalmente, dei linfonodi presenti nel bacino, allo scopo di eliminare tutto il tumore.
Viene eseguito utilizzando diverse metodiche:
- a cielo aperto: l’operazione prevede un’incisione nell’addome oppure nell’area compresa tra scroto e ano (tecnica a cielo aperto). È un intervento complesso, che richiede buone capacità di recupero, e per questo si esegue di solito nei pazienti di età inferiore a 70 anni;
- per via mini-invasiva: comporta la realizzazione di piccole incisioni nella parte inferiore dell’addome per inserire una videocamera e gli strumenti chirurgici necessari all’asportazione della prostata. Rispetto all’intervento a cielo aperto i tempi di ricovero e di recupero sono più brevi e l’entità del rischio di sanguinamento è inferiore. Gli effetti collaterali funzionali sono confrontabili con la chirurgia a cielo aperto. È disponibile solo in alcuni centri e può essere effettuata puramente in laparoscopia o con assistenza robotica. Durante l’intervento di prostatectomia radicale il chirurgo solitamente asporta i linfonodi attorno alla prostata e nel bacino per verificare se vi sono presenti cellule tumorali.
- Prostatectomia robotica: la prostatectomia radicale robotica è un intervento chirurgico che permette di rimuovere la prostata utilizzando strumenti introdotti nel corpo e guidati da un’apposita telecamera e dall’assistenza del robot Da Vinci XI. Quest’ultimo permette di eseguire movimenti accurati osservando su un monitor le immagini catturate dalla telecamera. Durante l’intervento, può essere effettuata un’analisi istologica della prostata per determinare l’estensione della malattia e valutare la possibilità di preservare i nervi necessari per l’erezione e la continenza. Inoltre a seconda della gravità della malattia può essere necessaria anche l’asportazione dei linfonodi circostanti.
L’uso del robot Da Vinci XI permette di perfezionare i movimenti del chirurgo, migliorare la visione tramite uno schermo full HD con visione 3D, riducendo così le perdite di sangue durante l’intervento e il rischio di danneggiare i nervi necessari per l’erezione.
Anche la sutura tra vescica e uretra risulta di maggiore qualità. In generale, il robot Da Vinci XI favorisce un più rapido recupero delle funzioni sessuali e della continenza urinaria, diminuisce il dolore, accorcia il periodo di degenza post-operatoria e consente un più celere ritorno alle attività quotidiane rispetto alla tecnica a cielo aperto tradizionale.
L’orchiectomia inguinale rappresenta la tecnica chirurgica principale per il trattamento del tumore del testicolo. Questa procedura implica un’incisione inguinale di circa 7-8 centimetri, attraverso la quale il chirurgo provvede a rimuovere completamente il testicolo malato. La rimozione totale del funicolo spermatico risulta indispensabile perché questo elemento potrebbe contenere delle cellule neoplastiche, capaci di diffondersi nei linfonodi limitrofi e in altri organi del corpo (metastatizzazione).
Terminata l’asportazione del testicolo e del funicolo, il chirurgo lava l’area operata con una soluzione salina e richiude l’incisione con dei punti di sutura (assorbibili o non assorbibili); dopodiché applica un bendaggio protettivo.
L’orchiectomia inguinale bilaterale consiste in una doppia incisione (a destra e a sinistra) e nella rimozione di entrambi i testicoli e di entrambi i funicoli spermatici e il funicolo spermatico annesso.
Durante l’operazione, è possibile inserire nello scroto un testicolo artificiale in silicone, che riproduce la consistenza, forma e dimensioni di un testicolo normale.
Se il paziente non è in grado di decidere se questa è la soluzione che preferisce, è possibile rimandare a un secondo momento questa parte dell’intervento. Il chirurgo illustra vantaggi e svantaggi del testicolo artificiale. In alcuni casi, negli individui con un solo testicolo l’asportazione può essere parziale anziché totale, preservando in tal modo la funzione endocrina (produzione di testosterone).
PATOLOGIE BENIGNE
I calcoli urinari sono aggregati solidi che si formano all’interno del tratto urinario e possono causare sintomi quali dolore, sanguinamento, infezioni o ostruzione del flusso urinario.
Per risolvere il problema, in alcuni casi può essere sufficiente aumentare la quantità di liquidi e aspettare che l’organismo li elimini da solo.
Tuttavia, quando questi sono di dimensioni maggiori e provocano dolore significativo, può essere necessario intervenire con trattamenti farmacologici o con tecniche chirurgiche mini-invasive, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie laser, per “polverizzarli”.
Asportazione del calcolo:
La litotrissia extracorporea a onde d’urto è spesso utilizzata per frantumare calcoli di dimensioni fino a 1 centimetro localizzati nella pelvi renale o nella parte superiore dell’uretere.
Con questa procedura, il calcolo viene frantumato dalle onde d’urto dirette verso il corpo e prodotte da un generatore di onde sonore. I frammenti del calcolo vengono poi eliminati con le urine.
Talvolta i calcoli possono essere rimossi mediante un forcipe sotto guida endoscopica (sonda a fibre ottiche) attraverso una piccola incisione cutanea, oppure possono essere rotti in più frammenti mediante una sonda litotrissica, e ed eliminati poi attraverso le urine.
In alcune procedure si fa ricorso alla litotrissia laser a olmio per rompere i calcoli, una tecnica che sfrutta l’energia laser per disintegrarli efficacemente.
Trattamento chirurgico dell’iperplasia prostatica benigna (IPB)
Enucleazione endoscopica della prostata con laser ad holmio
I laser in Urologia hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale e attualmente vengono anche utilizzati per il trattamento dell’iperplasia prostatica (laser holmio, green laser, tullio e super tullio).
L’intervento può essere eseguito principalmente con due diverse modalità:.
- Vaporizzazione della prostata
La vaporizzazione è un intervento meno invasivo ed è riservato a prostate di dimensioni più esigue. Non consente l’esecuzione dell’esame istologico del materiale vaporizzato e spesso la sintomatologia irritativa post-operatoria può essere più accentuata e duratura. Generalmente la vaporizzazione viene eseguita con il laser green.
- Enucleazione della prostata
L’enucleazione, intervento più invasivo e più complesso, offre dei risultati eccellenti, duraturi e mantenuti nel tempo. Il tessuto asportato in questo caso può essere recuperato e quindi analizzato con esame istologico. Questa è l’unica metodica che consente di trattare praticamente qualunque volume prostatico. Si esegue prevalentemente con i laser ad holmio o al tullio.
L’intervento viene condotto completamente per via endoscopica e la metodica consente di enucleare qualunque volume prostatico (possiamo trattare sia prostate piccole che prostate molto voluminose – da 20 grammi a oltre 200 grammi). Dopo la prima fase di enucleazione, si procede alla morcellazione che aspira e “tritura” tutto l’adenoma prostatico che è stato rimosso (il suddetto materiale evacuato viene inviato per esame istologico).
Tra gli altri vantaggi anche il basso sanguinamento intra-operatorio che ne consente l’esecuzione anche su quei pazienti che non hanno la possibilità di sospendere la terapia antiaggregante per problematiche cardiovascolari.
La durata dell’intervento è di circa 1 ora e, ancora una volta grazie alla bassa incidenza di sanguinamento, la dimissione avviene già la giornata successiva, o al massimo la seguente. Grazie a tutte queste caratteristiche la HoLEP rientra a tutti gli effetti tra le metodiche moderne mini-invasive per il trattamento dell’iperplasia prostatica (MiSTs).
Presso la Casa di Cura Quisisana di Roma sono presenti urologi che hanno acquisito particolare esperienza nell’esecuzione degli interventi e vantano una casistica molto elevata. La Casa di Cura dispone, inoltre, dell’ultima strumentazione laser disponibile sul mercato che consente di ottimizzare ancor di più i risultati chirurgici.
Patologie urologiche dell’età pediatrica e congenite
- Malformazioni congenite dell’apparato urogenitale
- Malattia del giunto pieloureterale
- Reflusso vescico-ureterale
- Complesso epispadia/estrofia
- Ipospadie
Medici specialisti
Convenzioni assicurative e polizze sanitarie
La Casa di Cura Quisisana è convenzionata con le principali compagnie assicurative che, tramite apposite polizze sanitarie, coprono la maggior parte delle prestazioni in regime di ricovero e ambulatoriale. Per qualsiasi informazione contatta il nostro Servizio Assicurazioni al 06 80958396.